Matite colorate, lapis, gomme per cancellare e temperamatite vengono conservati negli astucci. Che bello, ai tempi della scuola, andare nelle librerie a scegliere un astuccio pieno di matite e tutto il necessaire per scrivere e disegnare, se ci ripenso mi sembra di sentirne ancora il profumo….
La matita, detta anche lapis, è uno degli strumenti di scrittura e disegno più utilizzati al mondo sebbene la sua scoperta sia abbastanza recente. Ma le matite hanno bisogno di due elementi “di corredo”: la gomma per cancellare e il temperamatite. Vediamo insieme la loro storia.
Un po’ di storia
I vocaboli italiani “lapis” e “matita” derivano dal latino lapis haematites che significa “pietra di ematite”, prima della scoperta della grafite venivano utilizzati bastoncini di carbone o di ematite.
La nascita della matita si fa risalire alla seconda metà del XVI secolo, in quegli anni infatti, in Gran Bretagna nella regione del Cumberland, furono scoperte delle miniere di grafite molto pura e solida. All’inizio questa pietra, che lasciava sulla carta un segno cancellabile (con mollica di pane), venne utilizzata per segnare il bestiame.
Le prime matite erano pezzetti di grafite inserita in canne di bambù o ricoperte di stoffa.
L’attuale costituzione della matita, formata dalla grafite inserita in un profilo di legno di pioppo o cedro, si attribuisce agli italiani Simonio e Lyndiana Bernacotti anche se il giorno n cui si festeggia la matita è il 10 settembre, data in cui nel 1795 il francese Nicolas Jacques Conté mise a punto la produzione della matita moderna fatta di una sottile mina composta da argilla e polvere di grafite dentro una piccola asta di legno tenero facilmente temperabile. Fu proprio lui ad ideare e brevettare anche il metodo di gradazione della durezza della grafite tuttora usato con alcune modifiche sulla mescola. Prima di allora, la durezza della matita era casuale poiché dipendeva dalla grafite utilizzata.
Fin dal 1660 nella regione di Norimberga ci fu un grande sviluppo di botteghe artigiane e aziende produttrici di matite.
Nella seconda metà del ‘700 il maestro artigiano Kaspar Faber aprì la propria bottega dando vita a quella che poi sarebbe diventata una delle aziende più famose al mondo: la Faber-Castell.
Sempre nella stessa regione lavorava anche Friederich Staedtler che fu il primo artigiano a realizzare il ciclo completo partendo dal taglio della mina e del legno fino alla matita finita, iniziando a realizzare le famose matite gialle e nere. Il ciclo completo di lavorazione violava le norme del Concilio di Norimberga che richiedeva, per questi lavori, licenze diverse.
A Vienna nel 1790 Joseph Hardtmuth fonda la Koh-I-Noor nome che si ispirava al famoso diamante indiano, azienda che dette il via alla tradizione delle matite colorate di giallo. Ed è per questo motivo che molte delle matite prodotte in U.S.A. hanno quel colore.
Per contrastare lo strapotere delle aziende tedesche, nel 1920, due nobili delle famiglie Antinori e della Gherardesca fondarono a Firenze la Fabbrica Italiana Lapis e Affini: la F.I.L.A.
Nel 1924 La F.I.L.A. lanciò la linea Giotto dedicata ai colori, l’immagine sulle confezioni era quella di Cimabue che guarda Giotto disegnare una pecora in una roccia. Nel 1959 l’azienda fu trasferita a Milano.
La classificazione delle matite
Le matite hanno una forma esagonale oppure cilindrica, ed ognuna ha stampata una sigla composta da lettere e numeri che ne indicano il grado di durezza.
Esistono due scale: quella britannica, in lettere, e quella statunitense, in numeri.
Come detto in precedenza, il metodo di gradazione della durezza della grafite fu inventato e brevettato da Nicolas-Jacques Conté.
Conté usò dei numeri, mentre gli inglesi utilizzarono le lettere H (hard, duro) e B (black, nero) per indicare rispettivamente le dure e le morbide, così HHH era particolarmente dura e BBB particolarmente morbida. Col tempo si sostituirono le sequenze di lettere col numero corrispondente e una sola lettera. Le matite indicate con la lettera F (fine point, punto giusto) e quelle con le lettere HB sono una via di mezzo tra le matite dure e quelle morbide.
La gomma per cancellare
La gomma da cancellare nasce nel 1770 grazie al chimico inglese Joseph Priestley, egli scoprì che con il caucciù ricavato dall’albero della gomma dell’America del Sud era possibile cancellare i segni di matita.
La gomma per cancellare funziona per abrasione del foglio, quando la gomma strofina porta via lo strato più superficiale della carta, nello stesso tempo si consuma e con le “briciole” porta via anche la scrittura cancellata, che altrimenti rimarrebbe attaccata alla gomma.
Fu nel 1839, grazie alla scoperta del processo di vulcanizzazione della gomma che iniziò la produzione di gomme più resistenti ed in grado di cancellare anche l’inchiostro.
La famosa matita con la gommina all’estremità venne inventata in America nel 1858 da un immigrato di origine inglese di nome Imeneo Lipman.
La storia dei temperamatite
La storia dei temperamatite iniziò in Francia quando un libro francese del 1822 riportò un’invenzione del parigino Boucher per la costruzione di un temperamatite, il suo dispositivo era tecnicamente funzionale.
Ma il signor Boucher non aveva fatto domanda per brevettare il suo temperamatite, cosa che invece farà il matematico francese Bernard Lassimonne, e nel 1828 depositò il primo brevetto al mondo di un temperamatite, brevetto francese n°2444.
I temperamatite brevettati da Lassimonne furono prodotti e venduti da Binant in un negozio di accessori per la pittura a Parigi.
Nel 1833 in Inghilterra, Cooper & Eckstein brevettarono il cosiddetto Styloxynon, un semplice congegno costituito da due lime affilate incastonate ad angolo retto in un piccolo blocco di palissandro.
Nel 1847 il nobile francese Thierry des Estivaux inventò un semplice temperamatite a mano nella sua riconoscibile forma moderna.
Il primo temperamatite americano fu brevettato da Walter Kittredge Foster nel 1855. Foster fondò un’azienda (la prima al mondo) e produsse una grande quantità di questi piccoli temperamatite manuali. Da lì a poco arrivarono anche in Europa e venduti con il nome di “temperamatite americano”.
Alla fine del XIX secolo negli Stati Uniti furono sviluppati e immessi sul mercato temperamatite con vari meccanismi, questi dispositivi erano spesso pesanti e destinati all’uso negli uffici.
All’inizio del XX secolo fu fondata la società Automatic Pencil Sharpener Co. (APSCO) e dal 1907 iniziò la produzione. APSCO è diventata nei decenni successivi il più grande produttore di macchine per temperamatite al mondo insieme ad alcune altre aziende statunitensi, ha dominato il mercato.