Negli articoli precedenti abbiamo parlato di tempere, colori ad olio e colori acrilici; per completare il mondo dei colori non poteva mancare gli acquerelli. Con questa tecnica si realizzano opere con grandi trasparenze ed effetti luminosi, molti artisti prediligono questa forma d’arte che rappresenta una vera sfida.
Occorre abilità e capacità di prendere decisioni rapide ed efficaci perché gli errori difficilmente si possono correggere.
Un po’ storia
L’acquerello anche se un po’ diverso da quello dei nostri giorni ha origini antichissime, questa tecnica era già usata in Egitto e in Cina nei primi secoli dopo Cristo e molto praticata dagli amanuensi e dagli illustratori nel Medioevo per realizzare miniature sui libri. Nel Rinascimento, per via della sua velocità di utilizzo, l’acquerello iniziò ad essere utilizzato dai grandi maestri per la preparazione dei grandi progetti artistici e architettonici. Inoltre, anche grazie ad Albrecht Durer iniziò ad essere usato per disegni botanici e scientifici e visto il suo facile utilizzo all’aria aperta venne impiegato per i disegni della natura e dei paesaggi.
Dal Seicento, partendo dall’Olanda, questa tecnica si diffuse in Europa e negli Stati Uniti, diventando la tecnica preferita da molti pittori nei secoli successivi. Tra questi molti artisti inglesi come Taverner, Turner, Blake e francesi come Natoire, Robert e Desprez. Tra gli artisti più recenti citiamo Cézanne, Gauguin, Manet, Picasso, Cezanne, Kandinskij, Klee e Hopper.

La tecnica e i colori
L’acquerello è una tecnica pittorica considerata tra le più facili da eseguire, ma non è proprio così. In realtà la pennellata deve essere determinata e precisa poiché i colori si asciugano rapidamente e tendono a mescolarsi tra loro creando effetti che sono difficilmente correggibili. Non è possibile effettuare modifiche con sovrapposizioni di colori come si usa fare per altre tecniche pittoriche, qui ogni pennellata è definitiva.
Il fascino della pittura ad acqua consiste proprio nel suo leggero effetto scenico, per scurire le tinte si stendono velature di colore su colore facendolo asciugare fra una e l’altra, il bianco viene creato lasciando la carta senza colore.
Per realizzare i colori si usano pigmenti spesso ricavati da minerali e finemente macinati, mescolati con un legante (di solito gomma arabica) e diluiti in acqua. In commercio si trovano colori in panetti a secco, in pasta in tubetti e liquidi in flaconcini.
Di solito il foglio viene preparato con un leggero disegno fatto a matita, in seguito possiamo iniziare a dipingere. Le tre tecniche principali per la stesura dell’acquerello sono:
- Velature sovrapposte: macchie di colore vengono via via sovrapposte le une alle altre in modo da ottenere profondità pittorica e per poter rappresentare il chiaroscuro.
- Bagnato su bagnato: il colore viene steso sul foglio di carta bagnato in precedenza in modo che i colori si diffondano nel supporto.
- Bagnato su asciutto: Il colore viene steso sul foglio asciutto dopo essere stato disciolto nell’acqua.

I supporti
Per questa tecnica il supporto più usato è la carta, preferibilmente ad alta percentuale di cotone, in quanto la fibra di questo materiale non si deforma con l’acqua. Altri supporti che possiamo usare sono il cartone, la pergamena e la seta. La carta per la pittura ad acquerello ha due lati, uno ruvido e l’altro liscio, è preferibile dipingere sul lato ruvido perché il colore riesce a fissarsi meglio.
I pennelli
La caratteristica principale di un pennello per l’acquerello è la forma, più largo alla base e salendo sempre più sottile, come la fiamma della candela, il manico non deve essere eccessivamente lungo.
A fare la differenza è anche il materiale scelto per le loro setole, i materiali usati a questo scopo sono diversi. Si parla infatti di peli di bue, di martora, di scoiattolo, di maiale e di capra, anche se ai giorni nostri si trovano dei buoni pennelli sintetici.