Evi Bossanyi

Tradizioni, usanze e simbologia dell’Avvento

In tutto il mondo il Natale è la festività durante la quale le persone si avvicinano, rivolgono maggior attenzione verso i propri cari e si preparano spiritualmente ad un nuovo anno, ad un nuovo inizio. Viviamo questo periodo seguendo le tradizioni e le usanze tramandate da generazioni e generazioni, abbelliamo le nostre case e le nostre città con degli addobbi utilizzando innumerevoli simboli legati alle festività. Sono proprio questi tre concetti che hanno un’importanza fondamentale e caratterizzano profondamente le feste natalizie.

Questo articolo nasce dal desiderio di farti conoscere meglio le origini di alcune tradizioni e di accompagnarti alla scoperta della simbologia strettamente legata ad esse.

Il periodo dell’Avvento

L’atmosfera magica dell’Avvento non è dovuta solamente alle tradizioni cristiane ma anche al desiderio primordiale di ritrovare luce e calore nell’oscurità dell’inverno e del rinascimento della vita stessa.

Forse  è poco conosciuto ma anche gli alberi di Natale addobbati nelle piazze e le vie illuminate delle nostre città hanno un significato simbolico: la luce nel buio si riferisce all’apparizione del cristianesimo nel mondo pagano. Inoltre le vie e le piazze addobbate ed illuminate ricreano il calore e l’accoglienza delle nostre case ed incoraggiano di festeggiare affettuosamente con il prossimo.

Tutti lo sappiamo che l’Avvento è il tempo liturgico che precede e prepara il Natale. La parola “avvento” deriva dal latino “adventus” che vuol dire “venuta” anche se il significato più comune viene indicato come attesa.

L’origine dell’Avvento è più tardiva rispetto al Natale: mentre la prima celebrazione del Natale risale a Roma nel lontano IV. secolo, le prime tracce dell’esistenza di un periodo di preparazione al Natale appaiono nel V. secolo quando San Perpetuo stabilì un digiuno di tre giorni prima della nascita del Signore. Successivamente furono dedicate ben sei settimane di preparazione alle celebrazioni natalizie, questo arco di tempo fu chiamato Quaresima di San Martino. Durante i secoli a seguire questa tradizione subì ulteriori cambiamenti fino a stabilire il periodo di preparazione nelle quattro settimane che precedono il 24 dicembre, ed ha sempre inizio la domenica più vicina al 30 novembre.

La corona dell’Avvento

La preparazione della corona dell’avvento è una tradizione molto antica e tipica soprattutto nei paesi di cultura anglosassone e germanica. L’origine della sua forma circolare molto probabilmente  deriva dall’antica credenza pagana che il cerchio difende da ogni male.

La prima corona fu ideata nel 1833 da Johann Henrick Wichern, pastore protestante, direttore di una casa di rieducazione per adolescenti ad Amburgo. La versione originale del pastore prevedeva 24 candele per ciascun giorno dell’Avvento: quelle per le domeniche erano grandi e quelle per i giorni feriali piccole. All’inizio fu un’usanza introdotta principalmente nelle città protestanti della Germania. Con il passare del tempo conquistò maggior conoscenza e si diffuse ampiamente dopo la seconda guerra mondiale.

Oggi la corona dell’Avvento tradizionale ha una struttura di base circolare ed è ricoperta da rami di piante sempreverdi sopra i quali sono disposte 4 candele. Scandisce le settimane che mancano al Natale e non è soltanto puramente decorativa: i vari elementi che la compongono hanno delle caratteristiche simboliche ben precise.

Simbologia della corona dell’Avvento

Il cerchio, ossia la corona,  non ha inizio nè fine e rappresenta l’unità, l’eternità e la vita eterna ritrovata in Cristo.

I rami sempreverdi come l’abete, l’agrifoglio e l’edera simboleggiano la speranza.

Le candele rappresentano la luce che è donata a Natale a tutti gli uomini. Ognuna di esse indica un millennio, in tutto 4 millenni che, secondo l’Antico Testamento,  è lasso di tempo che l’umanità aspettò da Adamo ed Eva alla nascita del Messia. Rappresentano inoltre le quattro domeniche dell’Avvento e devono essere accese una per settimana mantenendo un ordine ben preciso:

  • la prima è la Candela del Profeta che ricorda le profezie sulla venuta del Messia
  • la seconda è la Candela del di Betlemme che ricorda la città in cui è nato
  • la terza è la Candela dei pastori che indica le prime persone che lo videro
  • la quarta è la Candela degli Angeli, i primi che annunciarono al mondo la sua nascita

Se la corona comprende anche la quinta candela che è sempre bianca e rappresenta la purezza, essa deve essere inserita al centro  e accesa solo la sera della Vigilia.

Secondo un’altra tradizione le quattro candele rappresentano la Speranza, la Pace, la Gioia e l’Amore e le loro accensioni indicano la progressiva vittoria della Luce sulle tenebre dovuta alla sempre più prossima avvenuta del Messia.

Solitamente il colore delle candele è viola o rosso ad eccezione della terza che è rosa e della quinta che è bianca. Questi colori oltre a caratterizzare principalmente l’Avvento sono ricchi di significato: il viola è il colore del pentimento, della preghiera e del sacrificio; il rosa rappresenta la gioia, mentre il bianco la purezza.

Il calendario dell’Avvento

Un’altra tradizione molto conosciuta e diffusa soprattutto nei paesi dell’Europa occidentale è la preparazione del calendario dell’Avvento.

Le sue origini sono davvero curiose e risalgono al XIX. secolo. A quell’epoca in Germania molte famiglie appendevano alle pareti di casa delle figurine natalizie oppure tracciavano con il gessetto ventiquattro trattini sulla porta che venivano cancellati dai bambini giorno dopo giorno fino a Natale.

L’introduzione di questa usanza è strettamente legato all’editore Gerhard Lang che ai primi del 1900 decise di rielaborare una consuetudine casalinga di quando era bambino. La mamma di Gerhard confezionò 24 piccoli sacchetti e nascose al loro interno dei biscotti speziati. A partire dal primo giorno di dicembre ne regalò uno al figlio dicendogli che quando i sacchetti fossero finiti sarebbe arrivato il giorno di Natale. Così facendo riuscì a placare l’impazienza e alimentare la gioia dell’attesa con cui ogni bambino aspetta il Natale.

Da adulto il signor Lang sviluppò questa idea stampando un calendario con un disegno per ogni giorno. L’anno seguente introdusse il dettaglio delle finestrelle da cui spuntavano figurine natalizie da ritagliare e ricomporre. Successivamente fu introdotto l’usanza di nascondere dolci e cioccolatini all’interno delle finestrelle.

Spero ti sia piaciuto questo piccolo viaggio nelle tradizioni natalizie, forse in Italia ancora poco attuate ma senz’altro di grande valore storico.  Non perdere i prossimi articoli dedicati al periodo natalizio, saranno molto interessanti e ricchi di curiosità.

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CHI SONO

Sono Evi Bossanyi, ungherese di nascita e grossetana di adozione, dove mi sono trasferita da più di quindici anni…per amore.

Ho sempre avuto grande interesse e curiosità per le arti manuali che mi hanno portata a trasformare questa mia passione in una vera e propria professione

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