Le arti manuali sono idee che la testa trasmette alle mani, questo modo di creare si può esprimere in molti campi e la pasticceria è uno di questi. In questo articolo “goloso” scopriamo insieme la storia di due dolci che caratterizzano le feste pasquali.
Le prime uova di cioccolato
Le uova di cioccolato a Pasqua non possono mancare, ma non era sempre così.
Tanti secoli fa, come regalo a Pasqua, si scambiavano uova vere, quelle deposte dalle galline.
Il primo a far realizzare un uovo di cioccolato sarebbe stato Luigi XIV nel 1700, commissionando al suo cioccolatiere personale delle uova a base di cioccolato da regalare per Pasqua al posto delle uova d’oro.
Le prime uova di cioccolato francesi erano piene e dure da mangiare. Negli anni successivi la “scienza” e la lavorazione del cioccolato si è evoluta dando vita a uova di Pasqua più raffinate.
Le prima uova di cioccolato in serie furono prodotte da John Cadbury che inventò anche il primo uovo di cioccolato con la sorpresa dentro.
Il cioccolato in Italia
Ma quando è nato l’uovo di Pasqua che tutti conosciamo?
L’uovo di Pasqua moderno fu un’idea di alcuni maestri cioccolatieri torinesi all’inizio del ‘900. Dopo la scoperta dell’America e di quell’amarissima bevanda maya fu la duchessa Caterina, moglie del duca Emanuele Filiberto di Savoia, a portare il cacao a Torino. Nella città piemontese, un secolo dopo, nascerà la prima cioccolateria d’Italia e nel 1806, nasceva il gianduia.
L’invenzione del cioccolato al latte si deve invece agli svizzeri, che con la prima industrializzazione si buttarono a capofitto su questo prodotto scalzando i maestri cioccolatieri italiani e francesi. La risposta italiana non si farà attendere, nel 1922 a Perugia, nascono infatti i Baci, inizialmente chiamati “Cazzotti”.
Le uova di cioccolato in Italia
Negli stessi anni a Torino, già nel 1725 la vedova Giambone, titolare di una bottega nell’attuale via Roma, ebbe l’idea di riempire i gusci vuoti delle uova di gallina con della cioccolata. Ma fu intorno al 1920 che la Casa Sartorio di Torino brevettò un sistema per modellare con il cioccolato le forme vuote, una pubblicazione del 1926 spiegava come “gli stampi a cerniera chiusi e posti nella macchina, subiscono un movimento di rotazione e rivoluzione mediante il quale la pasta in essi contenuta si distende uniformemente su tutta la superficie interna. Dopo il raffreddamento le forme si tolgono intere, variandone lo spessore a seconda della quantità di pasta che si introduce negli stampi”.
L’introduzione della sorpresa avviene già nel 1925, dapprima animaletti in zucchero o confetti, poi regali sempre più costosi e preziosi. Già nel 1927 le uova di Pasqua di cioccolato a Torino erano di gran moda, e da allora il successo non si è più fermato, fino al boom del secondo Dopoguerra.
Le uova di Pasqua oggi
Se fino a qualche decennio fa la preparazione delle classiche uova di cioccolato era per lo più affidata a maestri artigiani, oggi l’uovo di Pasqua è un prodotto diffuso soprattutto in chiave commerciale. La preparazione delle uova di Pasqua delle più svariate dimensioni inizia molto prima della Pasqua. La produzione delle uova di cioccolato, in Italia, è affidato per lo più alle grandi ditte dolciarie, molto diffuse le uova a tema, cioè uova di Pasqua dedicate ad un cartone animato, una squadra di calcio o un personaggio. Nonostante la commercializzazione delle uova industriali, le classiche uova di cioccolato preparate artigianalmente sono molto diffuse, una moda dei più sofisticati è quella di far fare uova artigianali con dentro un dono di valore comprato per l’occasione.
Il dolce a forma di colomba
Il dolce di Pasqua a forma di colomba che tutti noi conosciamo nasce intorno al 1930 da un’intuizione di Dino Villani, direttore pubblicità dell’azienda dolciaria milanese Motta, famosa per i suoi panettoni natalizi. Villani ebbe l’idea di sfruttare gli stessi macchinari e lo stesso impasto per la creazione di un dolce simile al panettone, ma destinato alla festività della Pasqua.
Da allora la colomba pasquale si diffuse in Italia e all’estero. L’impasto originale, a base di farina, burro, uova, zucchero e buccia d’arancia candita, con una glassatura alle mandorle, assunse successivamente varie forme e varianti.
Oggi possiamo trovare colombe vegane, ricoperte di cioccolato al latte, fondente, bianco e di crema di pistacchi, con i frutti di bosco e l’elenco potrebbe continuare ancora. Insomma, oggi ne troviamo per tutti i gusti.
Vi sono leggende che vorrebbero far risalire questo dolce pasquale in epoca longobarda, durante il regno del re Alboino che durante l’assedio di Pavia si vide offrire, in segno di pace, un pan dolce a forma di colomba.
Un’altra leggenda vuole che la colomba pasquale sia legata alla regina longobarda Teodolinda e al santo abate irlandese San Colombano; il santo, al suo arrivo in città attorno al 612, venne ricevuto dai sovrani longobardi e invitato con i suoi monaci a un sontuoso pranzo. Gli furono servite numerose vivande con molta selvaggina rosolata, ma Colombano e i suoi rifiutarono quelle carni troppo ricche servite in un periodo di penitenza quale quello quaresimale. La regina Teodolinda si offese, ma l’abate superò la situazione affermando che essi avrebbero consumato le carni solo dopo averle benedette. Colombano alzò la mano destra in segno di croce e le pietanze si trasformarono in candide colombe di pane, bianche come le loro tuniche.
Fra realtà e leggende, per tradizione o per golosità oggi le uova di cioccolato e i dolci a forma di colomba non mancano in nessuna casa, molto prima del giorno di Pasqua.